Durante la vita fetale, il Dotto Arterioso di Botallo  rappresenta la connessione attraverso la quale la

maggior parte del sangue venoso che giunge dall’arteria polmonare passa direttamente in aorta  (bypassando il circolo polmonare) per essere ossigenato a livello placentare. Al momento della nascita l’aumento della pressione sistemica (dovuta al distacco della placenta) e la diminuzione delle resistenze polmonari in seguito ai primi atti respiratori e all’apertura del letto vascolare polmonare, determina la perdita di funzione del dotto di Botallo.

Nelle ore successive alla nascita normalmente si assiste ad una vasocostrizione indotta dall’aumento della PO2 del sangue arterioso (chiusura funzionale). L’obliterazione anatomica avviene successivamente grazie all’intervento di fenomeni di trombosi e fibrosi che determinano la trasformazione del dotto in legamento arterioso. Alcuni fattori di ordine genetico sono alla base della mancata chiusura del dotto e del conseguente quadro patologico. Generalmente lo shunt avviene tra l’aorta e l’arteria polmonare  e la quota di sangue è direttamente proporzionale alle dimensioni del dotto ed inversamente proporzionale alle resistenze polmonari. La conseguenza principale dello shunt sinistro-destro è l’instaurarsi di un iperafflusso al circolo arterioso polmonare che induce a sua volta un sovraccarico dell’atrio e del ventricolo di sinistra, determinandone l’ingrandimento. Col progredire di forme lievi o nelle situazioni particolarmente gravi (dotti di grandi dimensioni), la patologia può rendersi evidente con segni di un’insufficienza cardiaca sinistra manifesta con dilatazione atriale e ventricolare sinistra, ed ipertensione venosa polmonare che può evolvere fino all’edema alveolare. La terapia medica ci consente il controllo, entro certi limiti, del sovraccarico nel circolo polmonare e di eventuali aritmie, ma è ormai di comune riscontro che l’unica terapia risolutiva consiste nella chiusura del dotto mediante intervento chirurgico.

Questa malformazione è la più importante nell’ambito del sistema arterioso perché coinvolge alcuni organi di vitale interesse. La persistenza dell’arco aortico di destra determina una situazione anomala sia per l’aspetto vascolare che per i rapporti che essa  assume  nei riguardi dell’esofago (megaesofago) e della trachea (dispnea). Nel caso di megaesofago l’anamnesi rivela la presenza di rigurgito dopo i pasti; esso insorge in genere in coincidenza col passaggio da un’alimentazione liquida (latte materno) ad una solida. Esso si instaura generalmente dopo 10-60 minuti dal pasto. La contemporanea presenza di una compressione tracheale è resa evidente da un rumore respiratorio e da dispnea solamente nei primi 3-4 mesi di vita dell’animale. Da questo momento in poi, infatti, l’indurimento degli anelli tracheali rende impossibile alla struttura vascolare anomala di esercitare una compressione tale da deformare  il lume tracheale e rendere difficoltoso il passaggio dell’aria.  Per contro i disturbi circolatori appaiono in età più avanzata

Diagnosi: viene effettuata tramite esame radiografico ed identifica sia le malformazioni vascolari che lo sfiancamento esofageo. In casi più difficili, oltre all’esame clinico  e quello radiografico si rende necessario il ricorso all’angiografia o all’ecocardiografia.